MYTHOLOGIES
Pitoni albini cingono i polsi di muse diafane, bianchissimi barbagianni si librano in volo e gatti dall’evanescente chiarore lanciano magnetiche occhiate nell’obiettivo: le immagini di Petrina Hicks dischiudono una dimensione istintuale e magica, una realtà oltre i confini del visibile, in cui quella promessa di perfezione con cui l’estetica seducente della fotografa australiana avvince i nostri occhi si incrina e si ribalta lasciandoci spiazzati.
Chi sono queste creature bianche come fantasmi, questi messaggeri alati della notte, questi piccoli draghi millenari in bilico sulla punta delle dita di una mano femminile?
Quali segreti stanno nascosti dentro gli antichi vasi? E chi è l’enigmatica Pandora che li sorregge?
Nella mitologia che Petrina Hicks costruisce ed evoca attraverso costanti riferimenti all’antichità classica, non c’è solo il disvelamento della natura illusoria della perfezione, ma c’è anche la rivendicazione poetica e politica di uno spazio in cui animali e umani si riconnettono e riconoscono, guardandosi, la reciproca individualità.
Riscrivendo narrazioni mitiche come quella di Medusa o di Adamo ed Eva e scegliendo come co-protagonisti dei suoi scatti animali fortemente connotati dal punto di vista simbolico (serpenti, lupi, uccelli) Hicks allude alla complessità dell’identità della donna e alla natura spirituale della sua relazione con l’animale: gli animali, per la fotografa, sono più vicini al “divino” degli umani, perché esistono in uno stato di pura consapevolezza, e le donne sono più vicine agli animali perché più capaci di comprendere che esistiamo in uno stesso, unico continuum.
Il ricorrere del binomio donne-animali, controparti simboliche di un gioco di specchi e di proiezioni, non è allora per niente casuale. Donne e animali, nella logica egemonica della scienza patriarcale, sono considerati tradizionalmente esseri non razionali, da controllare e soggiogare. Dal punto di vista femminista, il dominio sulla natura, radicato nella psicologia maschile, postmedievale ed occidentale, è la causa sottesa del maltrattamento degli animali, tanto quanto lo sfruttamento delle donne e dell’ambiente. D’altro canto, lo specismo – che assume arbitrariamente che gli umani abbiano maggior valore rispetto ad altre forme di vita – è un concetto preso in prestito dal femminismo e dalla teoria delle minoranze. Ed è analogo al sessismo e al razzismo poiché privilegia un gruppo (umani, maschi, bianchi) su un altro. La solidarietà e il forte legame tra donne e animali sono perciò affrontati tanto nella letteratura femminile quanto in diversi studi femministi.
Se la cultura maschile poggia le sue basi sul controllo dell’uomo sulla natura, i due corpi, quello della donna e quello dell’animale, possono invece essere solidali, così come ci appaiono nelle immagini di questa artista. Nell’intima con-fusione con le altre specie, la donna, nelle opere di Petrina Hicks, è un medium: capace di scambiarsi silenziosi baci con una farfalla in volo e di rispettare lo spirito delle altre creature, riconoscendo quella capacità, condivisa da tutti gli esseri viventi, di provare emozioni.
Hercules, 2021
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Cosmos, 2018
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Nautilus, 2023
Nautilus, 2023
Armour I, 2023
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Armour II, 2023
Rattlesnake Blues, 2016
Rattlesnake Blues, 2016
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Mother of Wolves, 2021
Mother of Wolves, 2021
Mother of Wolves, 2021
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Lauren and Monk, 2018
Peaches and Velvet, 2018
Venus & Apollo, 2010
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Gloss, 2011
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The Unbearable Lightness of Being, 2015
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Ouroborous, 2019
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Cleopatra, 2019
Persephone, 2015
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A Woman Carrying Water, 2015
Venom, 2015
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A Woman Carrying Water, 2015
Venom, 2015
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Minerva, 2015
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Thorny Spine, 2023
Serpentina I, 2015
Melo Melo, 2019
Lauren and Python, 2018
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Venus, 2013
Mooncat, 2019
Cecaelia, 2023
Ruby, 2023
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