AURELIO AMENDOLA PER MICHELANGELO.
Il primato dell’informale
Aurelio Amendola
OPENING: 13 Novembre 2024 alle ore 18.30, presso Rifugio Digitale
LECTURE: 13 Novembre 2024 alle ore 17.30, presso Spazio A, Archea Associati
*ingresso da Lungarno Benvenuto Cellini 13, Firenze
*evento su prenotazione scrivendo a info@rifugiodigitale.it
13 Novembre 2024-5 Gennaio 2025 | Merc.-Dom. 11.00-19.00
Dal 13 novembre 2024 al 5 gennaio 2025 Rifugio Digitale presenta la mostra Aurelio Amendola per Michelangelo. Il primato dell’informale del pluripremiato fotografo Aurelio Amendola, curata da Antonio Natali. L’evento è organizzato in collaborazione con Forma Edizioni. L’inaugurazione si terrà mercoledì 13 novembre alle ore 18.30 alla presenza dell’artista Aurelio Amendola e del curatore Antonio Natali e sarà preceduta dalla Lecture che si svolgerà alle ore 17.30 presso Spazio A, Archea Associati (evento su prenotazione, scrivendo a info@rifugiodigitale.it)
Aurelio Amendola, La Pietà Rondanini, Michelangelo Buonarroti, Castello Sforzesco, 2001
Testo curatoriale
Il primato dell’informale
Sul finire del 2022 fu esposta, nella Sala del Paradiso del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, una trentina di grandi foto che Aurelio Amendola aveva scattato alla Pietà Bandini di Michelangelo, a stretto ridosso della conclusione d’un restauro che l’aveva liberata da tante superfetazioni deturpanti.
Aurelio era stato chiamato non già a documentare gli esiti di quell’intervento condotto con mano sensibile, bensì a dare la sua lettura di un’opera che è parte del corpus michelangiolesco, da lui quasi integralmente studiato e interpretato. La sua esegesi per immagini della Pietà fiorentina restituisce alla scultura monumentale (viepiù, anzi, esaltandola) la vocazione a esprimere affetti carichi di pathos; cui Aurelio perviene per via di sbattimenti forti di luce e d’ombra. L’immagine ne consegue d’un viluppo di membra per metà veridica e per metà astratta.
Qui al “Rifugio Digitale” s’è scelto per converso di riservare all’astrazione e alle figurazioni informali il ruolo di preminenza, chiedendo ad Aurelio d’indirizzare stavolta il suo obiettivo su brani aniconici, non però impostando una nuova ‘campagna’, ma estrapolando dalle foto delle opere di Michelangelo, da lui nel tempo scattate, quanto appunto d’aniconico l’abbia toccato. Fino all’incanto talora.
Le immagini da sole sono eloquenti riguardo alle sue commosse esplorazioni della materia. Nella Pietà romana lo sguardo d’Aurelio è sedotto dall’epifanie d’epidermidi soavemente levigate da una luce calda che converte il marmo in cera. Cera che ora si rapprende e s’aggruma come le pieghe d’un panneggio quercesco, ora si lascia plasmare, addolcendo e quasi appianando gli scarti fra i turgori e i tenui cedimenti della carne. Nella Pietà Bandini quello stesso sguardo s’attarda invece sulle scalfitture, sulle sgrossature della subbia e della gradina, sulle abrasioni fortuite, sulle asperità e sulle grinze casuali. E in entrambi i marmi Aurelio riconosce una bellezza nuova. Una bellezza che la natura, coi suoi disegni imperscrutabili, a noi preclusi, spontaneamente crea.
Antonio Natali
Biografia artista
Aurelio Amendola
Nato a Pistoia (19 gennaio 1938), nel corso della sua eccezionale carriera di fotografo d’arte, Aurelio Amendola si dedica intensamente ai temi del contemporaneo, arrivando a raccogliere una vera e propria Galleria di Ritratti dei più celebri maestri del Novecento, sorta di Galleria degli Uomini Illustri di alta epoca, rivisitata con i vessilli dell’attualità: De Chirico, Pomodoro, Schifano, Lichtenstein, Warhol. Grazie alla lunga frequentazione personale con molti di loro (Manzù, Fabbri, Ceroli, Vangi, Kounellis, Pistoletto, Parmiggiani, Paladino, Barni, Ruffi, Mainolfi) realizza innumerevoli monografie corredate dai suoi scatti. Prezioso il sodalizio con Marino Marini e Alberto Burri, indimenticabili compagni di strada e di vita. In parallelo, Amendola si distingue per celebri fotografie sulle sculture del Rinascimento italiano o, più in generale, per quelle dedicate alla tradizione classica, comprendendone intimamente volumetrie, tridimensionalità, contrasti, e offrendo ogni volta un punto di vista dichiaratamente scostato dall’approccio documentaristico: ispirato da una visione tattile, emotiva, sensoriale.
I suoi esordi sono contrassegnati dall’ormai celebre volume Il pulpito di Giovanni Pisano a Pistoia (1969); alla campagna fotografica primaria (1964) ne seguono molte altre, solcando il soggetto tra rigorosa fedeltà e mutevole interpretazione, specie per l’uso cangiante della luce. L’interesse per l’antico si radica poi in numerosi altri lavori fotografici: Donatello, Jacopo della Quercia, Luca della Robbia, Canova, Bernini, Michelangelo. Ai marmi di quest’ultimo – sorta di alter ego di costanti ispirazioni – consacra numerosi cataloghi, mostre, monografie. Nel 1994 con il volume Un occhio su Michelangelo (dedicato alle Cappelle Medicee in San Lorenzo, Firenze) Amendola vince il Premio Oscar Goldoni per il miglior libro fotografico dell’anno. A compendio, illustra i grandi temi dell’arte italiana, realizzando veri capolavori, come dimostrano i volumi sulla basilica di San Pietro, visitata secondo l’ottica personale: tra eleganti prospettive, particolari inaspettati, scorci inediti.
Nel corso degli anni, Amendola ha costantemente sperimentato azzardi, mescolanze, giustapposizioni, intrecci, accostamenti. Calando l’antico nel contemporaneo o assegnando al contemporaneo un trattamento di matrice classica. Giungendo ogni volta a comporre sequenze fotografiche senza tempo e senza età. Come immortali.
Accanto alla ritrattistica e alla statuaria antica, Amendola si è largamente cimentato anche nella poetica dei luoghi, divinandone il genius abitativo e architettonico: il Duomo di Milano, Matera, San Galgano, il parco delle sculture della Collezione Gori alla Fattoria Celle di Santomato, Il Vittoriale degli Italiani, il grande Cretto di Burri di Gibellina.
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Su di lui e per lui hanno scritto grandi e grandissimi: Antonio Paolucci, Antonio Natali, Tomaso Montanari, Maurizio Calvesi, Bruno Corà, Vincenzo Trione, Eike D. Schmidt, Flaminio Gualdoni, Walter Guadagnini, Antonio Scurati, Silvio Ceccato, Cristina Acidini Luchinat: ognuno intuendo la sensualità e la spiritualità della sua Camera Aurea.
Le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni private e pubbliche tra cui: Fondazione Maramotti di Reggio Emilia, GAM di Torino, Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, MAXXI di Roma, Fondazione Alberto Burri di Città di Castello, Uffizi, Palazzo Fabroni di Pistoia, Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
Incalcolabili le esposizioni nazionali e internazionali: Cappelle Medicee, Palazzo Reale, 1995; Michelangelo Scultore, Galleria Sapone Nizza, 2012; Michelangelo Scultore, Museo Hermitage, 2007; Alberto Burri, Triennale di Milano, 2014; In Atelier. Aurelio Amendola: fotografie 1970-2014 curata da Vincenzo Trione, Triennale di Milano, 2014.
Innumerevoli i riconoscimenti: tra tutti, premio Cino da Pistoia (1997); Il Micco (2012); diploma Accademico Honoris Causa in Arti Visive e titolo di Accademico d’Italia (2014, Accademia di Belle Arti di Catanzaro); docufilm Obiettivo sull’arte (2015, regia di Beatrice Corti); premio Una vita per l’arte (Gaeta, 2016). Nel novembre 2009, insieme ad altri artisti, è stato ricevuto da Papa Benedetto XVI nella Cappella Sistina. Nel Febbraio del 2021 Pistoia, la sua città, gli dedica una mostra Un’Antologia, Pistoia Musei ne è la sede, curatrice Paola Goretti e Marco Meneguzzo. Ad Aprile 2022 Un’Antologia sarà inaugurata a Bari al Castello Svevo.
L’8 Settembre 2022 presso il Museo Opera del Duomo, Firenze è stata inaugurata la mostra con catalogo Lo sguardo di Aurelio Amendola fra naturalismo e astrazione con testo di Antonio Natali.
Le riprese fotografiche dell’opera La Pietà Bandini sono state realizzate nel gennaio del 2022 dopo il restauro.
Nel Febbraio 2023 la Galleria Holden Luntz di Palm Beach in Florida espone delle foto di opere di Michelangelo, Canova e Bernini nella mostra Of Flesh and Stone e Amendola. Burri, Vedova, Nitsch: Azioni e gesti alla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri a cura di Bruno Corà.
La stessa mostra è attualmente in corso presso la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova a Venezia.
in foto Aurelio Amendola
Biografia curatore
in foto Antonio Natali di Antonio Viscido, 2017
Antonio Natali
Nato a Piombino il 29 agosto 1951, ha lavorato agli Uffizi dal gennaio del 1981 all’agosto del 2016, essendone direttore dal 2006 al 2015. Nel 2006, in un concorso al Politecnico di Milano, ha ottenuto l’idoneità come professore ordinario di Storia dell’arte moderna. Dal 2000 al 2010 ha insegnato Museologia all’Università di Perugia.
Agli Uffizi, prima di esserne direttore, è stato responsabile dei dipartimenti della pittura del Cinquecento, del Seicento e dell’arte contemporanea. È stato artefice dei riordini museografici di molti ambienti, compresi quelli storici della Tribuna di Buontalenti e della Sala della Niobe. Ha dotato gli Uffizi di tre collane editoriali e di un “Bollettino” annuale. Ha arricchito di molte creazioni del Novecento e contemporanee la Collezione dei ritratti di artisti del museo fiorentino.
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Oltre alle mostre ordinate agli Uffizi, ha organizzato all’estero (Spagna, Cina, Giappone, Stati Uniti esposizioni composte soprattutto di opere dei depositi, in modo da non penalizzare i visitatori della Galleria. Ha ideato La città degli Uffizi, collana di esposizioni volta alla promozione di terre ignorate dal turismo.
Si è sempre battuto per far vincere l’idea del museo come luogo d’educazione e di propulsione culturale contro chi lo degrada a mera fonte di guadagno. Studia soprattutto argomenti di scultura e di pittura del Quattrocento e del Cinquecento toscani, con incursioni frequenti nel contemporaneo.
Fra le esposizioni da lui curate c’è la triade di Palazzo Strozzi dedicata all’arte fiorentina del Cinquecento: nel 2010 Bronzino pittore e poeta alla corte dei Medici, nel 2014 Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della “maniera”, nel 2017 Il Cinquecento a Firenze: “maniera moderna” e controriforma.
Programma
13 Novembre ore 17:30: Lecture in Spazio A, Archea Associati con il fotografo Aurelio Amendola e il curatore Antonio Natali
ingresso da Lungarno Benvenuto Cellini 13, Firenze
prenotazione obbligatoria, scrivendo a info@rifugiodigitale.it13 Novembre ore 18.30: inaugurazione della mostra con il fotografo Aurelio Amendola e il curatore Antonio Natali
ingresso libero13 Novembre 2024 – 5 gennaio 2025, Merc.- Sab. 11,00-19,00: visite alla mostra
ingresso libero; prenotazione obbligatoria per le visite guidate
Materiali Utili
Press
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Rifugio Digitale è uno spazio espositivo all’interno di un tunnel antiaereo che si propone come luogo dedicato alla promozione dell’arte digitale, dove anche l’architettura, il design, la fotografia, il cinema, la letteratura e tutte le altre molteplici forme artistiche ed espressive trovano la propria dimensione dialogando tra loro. Le proposte culturali e gli eventi che accogliamo nel nostro spazio sono frutto di un grande lavoro di collaborazione e ricerca tra soggetti e realtà del territorio con cui condividiamo prospettive e obiettivi.