Future Studies
Luca Locatelli
dal 20 ottobre al 27 novembre 2022 | Mer – Dom 11.00 – 19:00
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© Pietro Savorelli
Le opere fotografiche sono acquistabili in due formati sul sito di Forma Edizioni al seguente link: SHOP OPERE
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Testo Curatoriale, Irene Alison
A Kalkar, Germania, c’è una torre di raffreddamento di una centrale nucleare trasformata in una giostra. A chi ci sale sembra di volare, con i contorni del cielo e dei campi della Renania che sfumano l’uno nell’altro, giro dopo giro. A Copenaghen, Danimarca, c’è un inceneritore a emissioni zero che può bruciare 70 tonnellate di rifiuti ogni ora. Sul suo tetto verde, c’è chi fa trekking e chi scivola giù con gli sci ai piedi. Nel bel mezzo del Mar Baltico, c’è una foresta i cui rami turbinano nel vento: è un parco eolico, le cui pale creano energia rinnovabile. Non sono utopie. Sono i semi del nostro futuro, ben piantanti nel presente. È proprio questo filo teso tra oggi e domani l’orizzonte sul quale Luca Locatelli, fotografo italiano tra più premiati e pubblicati nello scenario internazionale, ha scelto di esercitare il suo sguardo, esplorando i luoghi in cui si realizza quella simbiosi tra uomo, natura e tecnologia sulla quale si fondano le soluzioni per il futuro dell’umanità. Per molto tempo, il nostro futuro è stato il territorio di visioni utopiche basate sul progresso. Ma, se il progresso ci ha permesso di tenere sotto controllo i problemi con cui il genere umano ha dovuto fare i conti per secoli, mettendo a disposizione cibo, medicine, energia e materie prime, questa crescita ha destabilizzato l’equilibrio ecologico del pianeta in molti modi. Se è vero, come sostiene Yuval Noah Harari, che la scienza è sempre più vicina a trasformare l’Homo in Deus, è proprio su questo confine che l’Homo rischia di perdere se stesso. Quali saranno gli obiettivi in cima alla lista dei progetti dell’umanità nel XXI secolo? Quali saranno i nostri possibili prossimi passi come specie? L’urgenza di rispondere a queste domande ha portato Locatelli a viaggiare nei cinque continenti, a entrare nei laboratori in cui i ricercatori promettono di soddisfare i bisogni del genere umano con le loro rivelazioni, a camminare nelle terre in cui tradizione e mitologia si fondono con la tecnologia d’avanguardia, a percorrere le frontiere in cui si sperimentano nuovi modi di vivere e si gioca la nostra evoluzione. La sua personale Future Studies: visioni da un possibile domani – prima mostra del ciclo SuperNatural, che vedrà avvicendarsi al Rifugio Digitale alcuni degli sguardi fotografici più acuti del panorama internazionale – è una selezione del progetto a lungo termine del fotografo. Un itinerario tra le persone e nei luoghi dove scienza e tecnologia vengono utilizzate per trovare il giusto equilibrio tra l’uomo e il pianeta che abita, nel tentativo di ridurre il nostro impatto e di ridefinire la nostra presenza in modo più sostenibile. Il tema del Supernatural, ideato come riflessione che attraversa il vivere contemporaneo investendo tanto il nostro rapporto con lo spazio quanto il modo in cui ci proiettiamo nel tempo, davanti a un orizzonte sempre più incerto tra epidemie e crisi climatica, viene declinato da Locatelli in fotografie e video che, sebbene saldamente radicate nella realtà, destano la meraviglia della fantascienza. Negli schermi del Rifugio Digitale, luogo di incontro tra tecnologia e arte, i suoi scatti traducono complesse verità scientifiche in visioni di immediata lettura e aprono finestre su altri modi e altri mondi in cui, per usare le parole di Locatelli, possiamo “riagganciare quell’anello spezzato tra speranza e futuro”, invitando chi guarda ad assumere una consapevolezza critica e fare a un cambio di passo, in cerca di un nuovo equilibrio.
Jan Mayen, 2019
Visitatori che camminano sulla spiaggia di Haugenstranda, nell’isola di Jan Mayen. Jan Mayen è un’isola vulcanica norvegese nell’Oceano Artico, senza popolazioni permanenti. È uno dei luoghi più remoti dell’Oceano Atlantico settentrionale, a metà strada tra l’Islanda e l’isola di Spitsbergen, la più estesa dell’arcipelago delle isole Svalbard.
Singapore, 2011
Giardino delle farfalle al coperto nell’aeroporto di Singapore.Il Butterfly Garden dell’aeroporto di Changi è un esempio della svolta verde e sostenibile di Singapore, che ha toccato le architetture e i luoghi d’attrazione di tutta la città: una trasformazione urbana che segue la visione dell’ex Primo Ministro Lee Kuan Yew che, a partire dal 1965, introdusse il progetto della “Garden City” per trasformare Singapore in una città con un’abbondante vegetazione e un ambiente pulito. Singapore è un modello, in Asia e nel mondo, di come creare business attraverso la sostenibilità all’interno di una metropoli.
Dubai, 2017
La Città Sostenibile, a meno di 25 chilometri dal centro di Dubai, è un eco-esperimento residenziale che comprende 500 ville dotate di pannelli solari. Un parco attraversa l’intera lunghezza dell’area, ospitando le serre biodome della comunità per l’agricoltura urbana. I parcheggi solari forniscono l’elettricità necessaria per alimentare l’illuminazione stradale, la ricarica dei veicoli elettrici e la depurazione delle acque.
Mare del Nord, Germania, 2015
Il parco eolico Borkum Riffgrund 1 di Dong Energy si estende nel Mare del Nord con 78 turbine, arrivando a produrre una quantità di energia sufficiente per 320.000 famiglie tedesche. I parchi eolici nel Mar Baltico e nel Mare del Nord sono l’ultima massiccia spinta della Germania verso le energie rinnovabili, nel tentativo di eliminare gradualmente il carbone come principale fonte di energia del paese.
Singapore, 2011
Giardinieri all’opera per piantare alberi ai Singapore Gardens by the Bay nel 2011, poco prima dell’inaugurazione del Flower Dome, enorme serra in vetro climatizzata che ospita giardini tematici con molte piante esotiche.
Hellisheidi, Islanda, 2019
Nubi di vapore salgono dai pozzi geotermici della centrale di Hellisheidi, in Islanda. Essendo uno dei paesi più orientati alla sostenibilità nel mondo, l’Islanda ottiene circa l’87% della sua acqua calda per il consumo domestico dall’energia geotermica. Hellisheidi è la più grande centrale geotermica d’Islanda e la terza più grande del mondo. È stata progettata per mimetizzarsi nell’ambiente circostante: i tubi sono stati dipinti di verde per ridurre al minimo l’impatto visivo sul paesaggio e un sistema idrico circolare estrae e restituisce l’acqua nel sottosuolo. La produzione di energia è uno dei principali fattori della crisi climatica: trovare un modo per produrre energia più pulita in tutto il mondo è una delle principali sfide per il futuro. L’energia geotermica potrebbe essere una valida opzione per quei paesi che possono sfruttare l’attività vulcanica invece del carbone o del petrolio.
2050
Grindavik, Islanda, 2019
L’energia geotermica riscalda questa serra nei campi di lava di Grindavik, in Islanda. L’orzo coltivato su pomice vulcanica inerte viene geneticamente modificato per produrre il fattore di crescita epidermica (EGF), una proteina che stimola la crescita cellulare e che viene utilizzata nei cosmetici di lusso. Il FEG ha un valore di mercato di $10.000 al grammo.
Paesi Bassi, 2017
Serra ultra high-tech in costruzione. Grazie a sementi di qualità, illuminazione a LED, sensori e altro, la serra può produrre, per ettaro, dieci volte la quantità prodotte con i metodi di coltivazione tradizionali, con circa il 90% di acqua in meno. Nei prossimi quattro decenni, il nostro pianeta dovrà produrre più cibo di quanto gli agricoltori abbiano raccolto negli ultimi 8.000 anni. Questo perché entro il 2050 la Terra ospiterà fino a 10 miliardi di persone, rispetto ai 7,8 miliardi di oggi. Se non si ottengono massicci aumenti della resa agricola, accompagnati da massicce diminuzioni nell’uso di acqua e combustibili fossili, un miliardo o più di persone potrebbero morire di fame. Le serre potrebbero offrire una soluzione ai bisogni futuri dell’umanità.
Tucson, Arizona, Stati Uniti, 2019
Il clima secco del deserto dell’Arizona, negli Stati Uniti, aiuta a prevenire la corrosione e i danni causati dagli agenti atmosferici agli aeromobili immagazzinati presso il 309th Aerospace Maintenance and Regeneration Group a Tucson. Nel “The Boneyard” si trovano quasi 4.400 aerei dismessi, che vengono smantellati per recuperare dei pezzi o riassemblati interamente. I componenti più preziosi vengono smontati e riutilizzati nella flotta dell’Aeronautica Militare, mentre l’intero aeromobile può essere ricomposto e rimesso in servizio. Al termine del loro ciclo di vita, possono essere rottamati per il riciclaggio di acciaio e alluminio.
Masdar City, 2019
Masdar è una smart city carbon neutral autoalimentata da energie alternative e sostenibili. Incentrata sulla sostenibilità e sulla presenza del verde urbano, è stata pensata per ospitare fino a 50.000 persone e 1.500 aziende. Progettata dallo studio di architettura britannico Foster and Partners per essere bike friendly e principalmente pedonale, la città ha una temperatura di 10° inferiore rispetto al deserto circostante grazie a una grande torre del vento in grado di incanalare per le vie cittadine le correnti d’aria fresca.
Kalkar, Germania, 2019
Un giro di giostra all’interno di una torre di raffreddamento nell’ex stabilimento di una centrale nucleare mai stata in funzione. Il Wunderland Kalkar è un parco divertimenti in Germania che registra una media di 600.000 visitatori ogni anno. La paura nei confronti dell’energia nucleare è cresciuta nel paese dopo l’incidente giapponese di Fukushima: tutte le centrali nucleari tedesche verranno chiuse entro il 2022. La Germania ha intrapreso una rivoluzione energetica e punta a essere alimentata da energie sostenibili entro il 2050.
Kalkar, Germania, 2019
Un giro di giostra all’interno di una torre di raffreddamento nell’ex stabilimento di una centrale nucleare mai stata in funzione. Il Wunderland Kalkar è un parco divertimenti in Germania che registra una media di 600.000 visitatori ogni anno. La paura nei confronti dell’energia nucleare è cresciuta nel paese dopo l’incidente giapponese di Fukushima: tutte le centrali nucleari tedesche verranno chiuse entro il 2022. La Germania ha intrapreso una rivoluzione energetica e punta a essere alimentata da energie sostenibili entro il 2050.
Paesi Bassi, 2017
Una delle serre più grandi e moderne. Coltiva lattuga di diversi tipi, produce 10 volte di più dell’agricoltura tradizionale, utilizza il 95% in meno di acqua e non utilizza pesticidi o altri prodotti chimici. La tecnologia viene applicata per produrre di più con meno.